Gatta Cicoria

Una co-produzione Bottega Buffa CircoVacanti | Alì’nghiastrë.


Il progetto Gatta Cicoria è un monologo per cantante-narratrice, una sorta di griot contemporaneo che accompagna la sua voce con strumenti antichi e popolari supportati dall'attrezzatura tecnica di chi li ha invitati a calcare i palchi da concerto piuttosto che i cortili delle case. In scena c'è Sara Giovinazzi con tutta la sua esperienza e competenza nella tradizione musicale dell'area mediterranea con fugaci incursioni nelle aree del nord Italia, alla regia Veronica Risatti con la sua ricerca costante nei linguaggi delle manifestazioni e rituali popolari al fine di estrapolarne la forza comunicativa e immediata sul pubblico contemporaneo. Nasce, così, Gatta Cicoria. Da lunghe conversazioni e piacevoli incontri con i portatori di tradizione, con l'arricchimento che solo il viaggio e la ricerca costante verso le forme d'arte possono dare. Gatta Cicoria è il risultato di questi ingredienti che insieme danno alla luce un concerto spettacolo, un viaggio musicale e sensibile nella memoria mitica di un caleidoscopio di volti che emergono dall'intreccio di ricordi e destini di una donna. I brani musicali sono intessuti nella drammaturgia, le scelte musicali sono tanto tradizionali quanto d'autore e percorrono la memoria musicale e narrativa di Gatta Cicoria, imbevuta di rimembranze rituali e rimembranze personali non necessariamente tradizionali ma che diventano come una sorta di universali nella loro rielaborazione artistica. La Cantante e cerimoniere della scena, è ciò che si direbbe l'interfaccia pubblica della Gatta, mentre la drammaturgia tutta originale, scende nelle pieghe oniriche e solleva il velo che normalmente lascia intravedere poco oltre il palco di un concerto. Il passato, flashback emotivo che apre lo spettacolo, si manifesta a specchio a chiedere pegno di una religiosità dolente sempre serpeggiante sotto pelle che si manifesta nelle pieghe del dolore di Maria Addolorata: universale Demetra che si fa carico del pianto del mondo. La stessa che nello specchio di Gatta Cicoria diventa una santa profana consolatrice. Nel presente il passato di Gatta Cicoria è un luogo lontano anche geograficamente, che sa di salmastro, l'odore di un porto lontano che pretende ancora rispetto, pur non facendo nulla per accoglierla di nuovo.